PHOTOGRAPHIC STORIES
Napoli, una bellezza sfrontata, pericolosa e allo stesso tempo affascinante.
Un luogo inconsueto in cui il passato ed il presente si incastrano alla perfezione, per mezzo del sacro e del profano. Una rete di passaggi e stretti vicoli che ti catturano con il loro continuo fervore, raggiungendo l'apice del viver quotidiano con il calare della sera.
Questo progetto è ambientato nel sud Sardegna a Villasor il mio paese in cui il rito della settimana Santa è un' antica tradizione , viene seguita ogni anno con gran partecipazione coinvolgendo ogni anno un gran numero di fedeli.
È un progetto in corso d'opera iniziato nel 2015; in questo lavoro ho deciso di raccontare i tre giorni principali che caratterizzano la passione e resurrezione di Cristo come da tradizione a Villasor, dove il mercoledì è il giorno della via crucis per le vie del paese, il venerdi Santo caratterizzato da "Su Scravamentu" e la domenica con l' incontro della Madonna col Cristo risorto.
This marks the first chapter of my “visual tale” portraying the beauty and culture of the United States. Following a deeply personal approach, the images reveal my connection to this Land, like pages of a diary where I let images speak instead of words. The “journey” starts from the “Golden West”, inspired by the warmth and colors of Californian Autumn. These initial “pages” unfold through the mesmerizing shapes of the Walt Disney Concert Hall, the skyscrapers downtown the city, morning walks along the ocean, the fog-embraced Golden Gate Bridge, and the intimate quietness of War Memorials
With these images, I invite the observer to step into my contemplative journey, connecting with the profound beauty of two extraordinary cities: Los Angeles and San Francisco.
I Navigli a Milano nascondono angoli languidi e vi si respira un’atmosfera per sognatori. A metà pomeriggio quando locali e ristorantini stanno per aprire e sono ancora semi deserti, passeggiare fra poca gente lungo le vie che lambiscono il Naviglio Grande e la Darsena, attraversare i suoi ponti con lentezza fermandomi ad osservare linee di prospettiva che convergono in fondo, dove si vede sparire il sole pennellando sfumature di arancio, mi riconcilia col resto del mondo, mi ristora dalla folla del centro e dalla frenesia dei quartieri del business. Il Naviglio è dolce, melanconico e pigro come una laguna, qui il mondo si specchia nell’acqua fra colori accesi, luce e riflessi. Dunque, lascio pure che il mondo si perda in chiacchiere e resto ancora un po’ qui, in silenziosa contemplazione.
Mercato Centrale – Firenze
Uno spazio della memoria dove si incontra l'essere metropolitano e il saper fare rurale. I sapori e le storie individuali si contaminano alla ricerca di una genuinità che non è solo quella dei prodotti ma anche espressione di una storia collettiva. Un luogo in cui la magia dell'epoca passata si fonde con il vivo fervore della vita quotidiana.
Non tutti conoscono la storia di Nicola Figliuolo , luogotenente dell'Aeronautica Militare Italiana che ogni anno, da circa una decina d'anni, durante il periodo dell'avvento si trasforma nel Babbo Natale Barese per regalare un sorriso a tutti i bambini, soprattutto a quelli meno fortunati ricoverati presso il reparto di Oncoematologia Pediatrica Bari Giovanni XXIII.
Ho il privilegio ed il piacere di conoscere Nicola, alias Babbo Natale, da una quarantina d'anni e vi posso assicurare che i bambini, e non solo i più piccini, fanno a gara per tirargli la barba e verificare che BABBO NATALE sia vero.
Chiunque viva, conosca o visiti la Città di Bari saprà sicuramente che da un qualsiasi punto dei suoi oltre 15km di lungomare è possibile assistere ed ammirare ad uno spettacolo ogni giorno più bello dei precedenti, l'alba..
La città si riflette di colori stupendi e sempre diversi. Scorgere al mattino fotografi appassionati è cosa diffusa, ed io sono uno di quelli che quando può cerca di catturare l' Aurora Barese al 41° Parallelo..
Guardando dalla mia finestra della casa dal secondo piano dove mi trovavo in vacanza, la strada della piccola cittadina Umbra, al calar del sole si animava con persone che con passo tranquillo si dirigevano all'unica piazza della città, dove nativi e turisti si sedevano ai tavolini sparsi in piazza o sui gradini della fontana condividendo un buon bicchiere di vino.
Scatto la casualità, che sia in una festa, un evento o semplicemente gironzolando dove quest’ultima ha la definizione di street photography. Quattro chiacchiere non so che genere di fotografia sia, so che mi ritrovo in mezzo alle persone, le osservo e scatto le loro espressioni mentre parlano, ridono, discutono pur facendo parte dello stesso evento. La fotografia é solitudine, ci si stacca per vedere la scena fisicamente un po' distanti ma emotivamente vicini. In questi scatti ho voluto catturare scene e congelare l’espressione delle parole sul visto che sicuramente ho ascoltato ma lascio all’immaginazione dell’osservatore quali possano essere.
Ci sono luoghi che sono pura poesia, luoghi miti. Ci sono luoghi, poi, che non si possono spiegare ma vanno solo guardati, in silenzio.
Rotondella (Matera) è uno di questi luoghi: con la sua piazza addobbata per le feste d’agosto, lucente ed intima, il palcoscenico ed un pubblico ordinato che pare sospeso, in attesa. Ci sono luoghi dove -più che in altri- risuonano echi di clemenza e dolcezza.
Il 21 giugno, giorno che segna l'inizio dell'estate, Solstizio d'estate, la luce che filtra attraverso il rosone della Cattedrale di San Sabino a Bari si proietta sul pavimento, andando a combaciare con il rosone musivo posto ai piedi dell'altare.
Questo spettacolo di luce avviene sotto gli occhi dei numerosi fedeli, curiosi e turisti all'interno della Cattedrale di San Sabino nel cuore di BariVecchia. Tra balli, musica, brani d'organo e canti, alle 17:10 ca. il fascio di luce che entra dal rosone della facciata proietta il suo disegno sul rosone pavimentale della navata centrale.
Ingegno e maestria di chi progettò e costruì la Cattedrale.
Un progetto in "progress" rivolto ad indagare, attraverso il mezzo fotografico, cosa accade nello spettatore posto di fronte ad un'opera d'arte.
Tra il fruitore ed il soggetto artistico, si genera un'empatia fondata sulla comprensione della realtà in base alle proprie esperienze.
Le competizioni ciclistiche amatoriali e semi-professionistiche colpiscono i profani per la passione dei partecipanti: passione che si manifesta come una vera e propria ossessione per la velocità in tutti gli aspetti, dalla bicicletta, agli accessori, l'abbigliamento, l'allenamento. Ho voluto catturare e visualizzare questa ossessione per la velocità in dieci attimi paradossalmente congelati.
Dal 2013 la città di Bari ospita la Rievocazione storica del Gran Premio di Bari, organizzata da Old Cars Club che è stata una corsa automobilistica disputata in 9 edizioni tra il 1947 e il 1956. Il circuito, della lunghezza di 5,54 km, si sviluppava sulle strade urbane di Bari intorno ai padiglioni della Fiera del Levante e veniva percorso in senso antiorario, eccetto nell'ultima edizione del 1956.
Nell'edizione 2019 ho assistito a tale manifestazione divertendomi a fare qualche mio scatto lungo il suo percorso che si snodava intorno Bari Vecchia, il Borgo antico di Bari, un vero spettacolo..
Un parco magico in cui tornare ad essere bambini con la propria ingenuità. Un condensato di stupore e gioia che conduce la propria anima verso il sogno.
La strada è il luogo che mi invita ad osservare, a cercare e a bloccare in uno scatto ciò che mi colpisce e mi appassiona. In questa selezione di fotografie, vi è fermo un tempo fatto di arte in strada, esibita nelle forme più varie come un racconto spontaneo della bellezza che essa può donare tra la gente per la gente, che forse distratta o consapevole, ne diviene silenziosa protagonista.
La battaglia delle arance, i visi e i volti di chi lancia e di chi controbatte, i colori dei frutti maturi e delle divise sporche e lucide... una storia antica di secoli che resiste e che finalmente rivive dopo la triste parentesi della pandemia.
La Festa Patronale che apre tutti i riti analoghi nella Provincia di Bari, come ogni anno il primo Martedì di Marzo, e in questo caso prima ed ultima festa. Di lì a pochi giorni il CoViD19 veniva dichiarato Pandemia e l'Italia entrava tutta in zona Rossa, in Lockdown..
Festa Patronale Storica, visto che è stata aperta dal più giovane vescovo al mondo, mons. Gjergj Meta, cattolico albanese, che si è formato in Puglia e l'ultima svolta in era preCoViD.
La stanchezza di una notte passata in mare , il freddo , la pesca , il sonno che manca. Lo sbarco in riva la mattina presto , lo scarico , la pesa del pesce la sistemazione poi la vendita tra le chiacchiere e le facce soddisfatte dal ricavato. Il meritato riposo e la sera che si riparte per un altra notte in mare.
Tutto questo è il mercato mattutino del pesce ad Anzio .
Progetto dove viene riproposto lo scenario urbano "surreale" in cui l'essere umano deve imparare dalla neve a entrare nella vita di tutti i giorni con quella grazia e quella capacità di stendere un velo di bellezza sulle cose"
Passeggero come viaggiatore. Passeggero come fuggevole ed effimero.
Un nome per due significati. Passeggeri, profili sguardi mani, gesti e cenni sfocati, ombre e riflessi dietro a un finestrino. Passeggeri, vite che scorrono con la mia ed io -davanti a loro- che non posso non tentare di rubare e trattenere impercettibili momenti. Poi il treno riparte e tutto scompare, silenziosamente. Altri passeggeri arriveranno domani, e io sarò lì, al solito posto, passeggera con loro, e ce ne andremo dopo poco, senza lasciare tracce.
Alcune fotografie che fermano e raccontano, attraverso gli sguardi, i momenti, la spontaneità e la passione delle mie allieve/i, quella parte di scuola bella che vive nello spazio comune del quotidiano, l’aula.
Una serie di immagini che rivolgono l'attenzione alla tematica del turismo...
"portare risorse alla popolazione locale e allo stesso tempo rispettare il territorio".
Un progetto di deriva urbana, un approccio situazionista alla fotografia di strada che si propone di raccontare la città, il suo immaginario e il suo vissuto. Il tutto senza pianificazione e senza una meta prestabilita.
Un breve percorso urbano, nel centro storico della città di Lecce, da porta Napoli a Porta San Biagio. Fuori dai percorsi turistici. Approfittando della luce e delle ombre lunghe del tramonto. Ovunque si posi lo sguardo ci si ritrova immersi nella pietra leccese, pietra morbida modellata dagli uomini e dal vento.
Ricami, ornamenti, edicole.
Adoro la street fotografia, amo gli scatti realizzati dai piu' Grandi Fotografi del Genere, passati e moderni, e ho provato a cogliere anche io l' attimo, cercando di creare in qualche modo quel cortocircuito fra immagine, titolo e narrazione
La città che non dorme mai, la città dalle mille luci, il palcoscenico naturale di innumerevoli film, canzoni, quadri e fotografie.
Basta camminare con gli occhi aperti e resistere alla tentazione di osservare soltanto verso l’alto e i suoi abitanti si svelano all’obiettivo: gemme preziose e colorate, talvolta folli… anime per sempre aggrappate alla buccia della Grande Mela.
Questo progetto nasce molto lontano nel tempo, era un sogno che portavo dietro fin da ragazzo, riuscire a fotografare i mercati rionali di Bari durante l'apertura straordinaria serale prima del Natale, progetto diventato realtà moltissimi anni dopo; correva l'anno 2019, Antivigilia di Natale e l'aria si riempie di profumi, colori, sapori, gioia e spensieratezza.
I mercati rionali sono di fatto luoghi di cultura, di tradizione, di stile di vita, di amore per i prodotti genuini,un luogo insomma di fascino cittadino, e Bari non si sottrae a questo fascino e nel periodo Natalizio il Mercato Rionale di Santa Scolastica si trasforma con i suoi colori, profumi e sapori.
Queste sono le coordinate geografiche della mia città, Rimini, dove si sviluppa il mio progetto, una sorta di viaggio diverso dai soliti che tendono ad evidenziare solo la città di mare della Riviera Romagnola, fatta solo di divertimenti. Ho cercato di descriverla sotto un altro punto di vista, più completo, evidenziando sia il lato turistico ma anche quello quotidiano, quello che a volte non si vede. Senza puntare su foto classiche di monumenti storici conosciuti da tutti o le classiche foto da cartolina, con scene di spiaggia e paesaggistiche il tutto l“sviluppato” in bianco e nero con l’intento di donare un tocco vintage ma anche mettendo in risalto le situazioni di strada ed il lato urban.
La parte festosa, quella triste ma anche quella socialmente impegnata e quei luoghi che spesso non vengono considerati molto ma che regalano delle sorprese, artisti di strada che oramai fanno parte del quotidiano e che regalano sempre un po' di allegria.
Con un approccio chiaramente di Street photography dalla quale nasco e sviluppo tutti i miei progetti, indagando il quotidiano con un occhio più centrato e concentrato.
Con "inside colors Burano" vorrei rappresentare spezzoni,frammenti e situazioni di vita quotidiana della mia isola natia, ossia Burano; famosa per i suoi colori (ma nn solo..) essa nasconde angoli e scorci veramente suggestivi e incantevoli ed è tutta la mia intenzione cercare di mostrarveli.
Questo progetto racconta una piccola storia e un mestiere antico come quello dell'artigiano. Racconta di Massimo e Francesca, marito e moglie, che nel 2011 hanno dato vita a Siliqua al laboratorio artistico-artigianale "Is Femmineddas".
Racconta di una passione comune che diventa una nuova opportunità di lavoro e di un artigianato che utilizza materiali di recupero, principalmente pezzi di vecchie barche, per creare oggetti insieme nuovi e fortemente legati alle tradizioni della Sardegna.
Fabio Bartolozzi attraverso questo Reportage fotografico vuole affrontare il concetto del “senso di comunità” che, con l'avvento della globalizzazione, è divenuto un elemento importante per la società contemporanea. Negli eventi musicali e non solo, in cui si raduna un gran numero di persone, si genera un legame psicologico che unisce i singoli individui ad un collettivo.
Un chiaro processo mediante il quale gli uomini si riconoscono facente parte di una comunità.
In queste foto lo spazio fa da sfondo al corpo, dandomi riferimenti che mi consentono di percepire le sue forme; forme che mi raccontano storie ed emozioni.
Il "Quadrilatero" è un luogo posizionato nel cuore del centro storico di Bologna,animato da una tradizione artigianale. ci si inoltra nei vicoli stretti e odorosi dell'antico mercato di origine medievale animato da botteghe nelle quali spasso, di generazione in generazione, le famiglie si sono tramandate il mestiere.
Lost in Tradition vuole raccontare, attraverso la teatralità delle sue manifestazioni folcloristiche e religiose, una terra, la Sardegna, ancora legata alle sue tradizioni. Queste manifestazioni hanno radici antiche e mantengono un forte radicamento nella popolazione, nonostante i tentativi di adattamento al turismo di massa degli ultimi tempi.
Il protagonista di questa serie di scatti è "il gioco", il primo elemento di confronto tra il bambino, l'adulto e lo spazio circostante. Con il gioco, i bambini imparano a conoscere se stessi e a stare in gruppo. - "il tempo è un gioco, giocato splendidamente dai bambini" . (Eraclito)
Progetto fotografico, che ha come soggetto il quartiere Le Albere di Trento, incentivato sul concetto di "luogo-non luogo".
Uno spazio architettonico privo di identità, dove si avverte una sensazione di smarrimento e solitudine. Un luogo che prende le distanze dalla tradizione e dalla storia..."una cattedrale in mezzo al deserto".
Piazza Gae Aulenti, la piazza milanese di César Pelli, con le sue tre fontane al centro ed abbracciata da una originale panchina lunga 100 metri, compie 10 anni. Anch’io da dieci anni frequento questa piazza ed i suoi immediati dintorni vedendo crescere e trasformarsi la skyline della città.
“Il mondo in una piazza” è il racconto per immagini di questo luogo vivace, vivo, operoso, variegato, sfaccettato e multiforme proprio come un vero intero mondo che qui si riversa e si riassume attraverso l’osservazione di chi sta col naso all’insù, si incuriosisce, fa sport, si rilassa, socializza o semplicemente vi passeggia.
Il detto “Vedi Napoli e muori” ha un significato esplicito: è così ricca di storia, cultura, tradizioni e bellezza che non può bastare una vita per conoscerla e milioni di storie per raccontarla. Ho immaginato di percorrere Napoli su una tavola da surf stando in equilibrio precario, seguendo e assecondando il suo ritmo vitale ed energico, chiassoso e caotico, colorato e ironico condito di tanta fantasia e improvvisazione.
Tokyo e Berlino sono due città agli antipodi, sotto tutti i punti di vista. Con il mio progetto “Everyone is a city to tell” ho provato a raccontare queste città, e le loro differenze, attraverso lo stile delle persone che ho incontrato per strada. Il risultato sono due ritratti diametralmente opposti delle due città, entrambe però con un’anima irrequieta e visionaria. Quello che ne scaturisce è un razionalismo tedesco in contrapposizione con una eccentricità tipica della capitale giapponese.
Una serie di immagini dove il gioco di ombre e forme tendono ad evidenziare il concetto di "senso comune", in cui la natura ed il pensiero dell'essere umano iniziano ad interagire. Uno scambio di "situazioni" che genera un linguaggio silenzioso in continua evoluzione. - "Una cultura è una struttura di significato che viaggia su reti di comunicazione non localizzate in singoli territori" (Ulf Hannerz - Antropologo)
Progetto realizzato all'interno delle sale del Museo Mart di Rovereto, che con la pandemia, è divenuto un luogo non più di accentramento di pubblico, ma spazi espositivi diversi, dove assume maggior peso il concetto di "distanziamento sociale". l soggetto si trova a misurarsi e riflettere su se stesso, isolandosi e perdendo in parte la propria identità. Da questa "Prigione interiore" possiamo trovare una via di fuga rappresentata dall'apertura della cupola esterna dell'edificio.
Ho sviluppato questo progetto nel 2019 dopo un viaggio nel cuore di Marrakech, la Medina, che mi ha letteralmente travolto emotivamente. Visitare la Medina è come fare un viaggio nel tempo, un portale tra passato e presente dove tutto si mescola. Durante tutto l'arco della giornata la vita quotidiana della Medina scandisce incessantemente il suo ritmo in cui è d'obbligo perdersi e lasciarsi trasportare per comprenderne l'essenza.
La casa di tutti è un luogo che appartiene alla nostra infanzia, adolescenza e magari per alcuni anche in età adulta:la casa dei nonni. Chiusa per circa un ventennio l'ho riaperta per fotografarla partendo con delle inquadrature che richiamano la visione della mia infanzia passata a giocare con tutti i cugini di primo grado e man mano l'osservazione sale per scorgere dettagli, eventi impressi durante la crescita e nomi che nel corso degli anni divenivano assenza. Si chiude con serie di foto del cassetto in cui i nonni custodivano lettere e foto di cui le più significative venivano appese in bellavista.
Il mio rapporto con il muro delle bambole (The Wall of Dolls), il muro delle bambole. Ogni bambola una vittima di femminicidio. Di certo non un tema confortevole, che ti costringe a metterti in relazione con i volti, le storie, la tragedia.
L''ultimo viaggio di Penelope. Abbiamo passato 11 anni insieme, da quando sono venuto a prenderti anche se cercavo un Labrador. Ti ho visto, non potevano convincerti a mostrarti a me. Sei nata un po' guasta, come me. e ci siamo scelti subito, senza dubbio. Questo progetto fotografico racconta l'ultimo giorno passato insieme, da quando sono andato a prenderla dal veterinario lungo la strada che ci ha portato al crematorio. L'ho lasciata nel furgone che l'avrebbe portata nel luogo dove sarebbe diventata cenere con la morte nel cuore, il senso di vuoto che si crea dentro e con il quale si può solo imparare a convivere.
Il racconto della ripresa di Maggio 2020 dopo il primo lungo lookdown, visto dalla prospettiva di chi come me opera all'interno di un centro commerciale come il Malpensa Uno. Lo sguardo preoccupato e perso verso qualcosa di ignoto, nuovi compagni di viaggio con la quale convivere come mascherine, guanti, distanze da osservare come umili frati e le lunghe attese dei commercianti preoccupati per il futuro da decifrare. Un percorso intriso di difficoltà e silenzi così duri da masticare e l'ammirazione per chi ha contribuito a salvare in qualche modo il nostro Paese. Mi ispiro a loro, penso a loro, cecando di riempire questo silenzio.
Una semplice idea fotografica nata osservando l'inganno del tempo, quel breve spazio temporale dove la vita rallenta e non c'è che l'attesa, in piedi, seduti, fermi a pensare, guardare, ascoltare, aspettare, in compagnia, spesso da soli a volte anche troppo.
Anno 2012 mi congedo da quella che è stata per 43 anni la casa di una comune famiglia italiana, la mia; 20 fotografie nude per l''ultimo saluto di chi ha conosciuto tutto e di tutto ciò che ha conosciuto ne resterà custode per sempre consegnando la sua piccola storia ai lontani ricordi.
Un progetto fotografico che nasce dal mio quotidiano spostamento lavorativo, l'osservazione attenta di tutto ciò che mi circonda mi ha permesso di cogliere quei semplici particolari che raccontano di sconosciuti viaggiatori, colori, atmosfere, sguardi, sorrisi ancora nascosti e gesti semplici di quotidiana, condizionata e confusa normalità.
Un progetto fotografico nato durante il lockdown, osservando la vita nella propria casa, tra i propri affetti, cercando la normalità di una libertà negata, condizionata, la casa come una prigione senza sbarre, il balcone, un soffio d'aria sul viso in quell'unico spazio aperto su una città muta in un mondo sorpreso e spaventato.
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